Analisi sui mercati finanziari a cura di Pierluigi Gerbino

Docente di Economia - 4° class. al Campionato Italiano di Trading Top Trader 2000

 

Anno 2009  -  Gennaio

 

 

 

 

 

RALLY O NON RALLY ?

 

COMMENTO

 

I mercati azionari hanno archiviato il terribile 2008 con un robusto rally durato fino all’Epifania.

Casella di testo: Nessuno ha la sfera di cristallo. Le opinioni e le previsioni di questo report derivano dall’applicazione di tecniche di analisi e dall’esperienza diretta dell’autore. Si garantisce  scrupolo ed indipendenza nelle analisi. L’esattezza delle previsioni non può garantirla nessuno. Nel mio articolo di commento del 10 dicembre avevo ipotizzato una estensione del rimbalzo partito il 21 novembre sull’indice americano SP500. Così è stato.  Se qualcuno, magari in vacanza a fine anno, non se n’è accorto, basta che rifletta su quanto l’indice americano ha recuperato dai minimi del 21.11 (741 punti) ai massimi del 6 gennaio (944). Fa un rimbalzo del 27% circa. Se questo non è rally, ditemi che cos’è.

Dall’Epifania però i mercati hanno cominciato a perdere terreno, restituendo i guadagni natalizi e riportandosi al punto di partenza. In questi giorni stanno decidendo se riprendere la strada del rimbalzo oppure farsi nuovamente attanagliare dalla paura.

In effetti tutti i dati macro che sono usciti nelle scorse settimane hanno confermato le difficoltà della situazione economica americana e di conseguenza mondiale.

Nessuno spiraglio di ripresa, anzi. Se guardiamo agli USA, il mercato del lavoro ha perso ben due milioni di posti a partire da settembre ed il tasso di disoccupazione sta salendo verso l’8%. Tutti i dati sulle vendite sono in calo profondo, mentre l’avvitamento del mercato edilizio non sembra aver fine. Siamo quasi alla paralisi produttiva, che nemmeno i tassi a zero e la nuova politica della FED che prevede l’allagamento monetario dell’economia sembra dare frutti. Lo chiamano “quantitative easing” e si traduce con “soldi gratis per tutti”. Si tratta della stampa di dollari per finanziare tutto.

Purtroppo non serve a granchè, perché in un momento in cui le previsioni per l’immediato futuro sono fosche i soldi non vengono spesi, ma accantonati. D’altra parte tutti gli uffici studi stanno dicendo che la recessione finirà alla fine dell’anno. Per cui dovremo passare tutto il 2009 al gelo.

Il povero consumatore USA, che teme di perdere il lavoro (se non l’ha già perso), vede i prezzi in calo, constata che il valore della sua ricchezza immobiliare e finanziaria è quasi dimezzato… per quale motivo dovrebbe mettersi a spendere gli aiuti fiscali che Obama ha promesso?

E’ assai naturale e, se permettete, sensato, aspettare per vedere la fine del grande inverno economico.

Ma in questa situazione la crisi di fiducia rischia di avvitarsi sempre più e di spostare sempre più in là l’uscita dal tunnel. E’ la classica spirale della depressione, che abbiamo iniziato a vivere da qualche mese.

Ora tutti attendono il dato del PIL USA del quarto trimestre, di cui avremo la prima stima ufficiale nell’ultima settimana di questo mese, per constatare quanto avrà inciso la devastazione dell’autunno e fare stime più precise per il futuro. Ad inizio dicembre avevo ipotizzato un possibile calo annualizzato del 3 o 4%. Credevo di essere accusato di pessimismo. Ora vedo che la mia stima si pone tra le più ottimistiche, mentre non manca chi (il mitico Roubini, ad esempio) ipotizza addirittura un tragico -6%.

Nell’attesa, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, per quanto possibile, facendoci aiutare da quel che ci dicono i grafici.

Il movimento in corso fino a prova contraria deve essere classificato come onda 4 correttiva del movimento ribassista primario.

Detto in altri termini: siamo in una fase di rimbalzo, che lascerà poi il posto alla successiva onda 5 nuovamente ribassista, la quale porterà alla capitolazione finale dei mercati.

Perciò, a scanso di equivoci, che a volte emergono dal tenore di qualche email inviatami da lettori critici, il mio atteggiamento di fronte al mercato azionario è il seguente: cautamente ottimista fino a prova contraria ancora per qualche settimana per poi tornare decisamente pessimista per la parte centrale del 2009.

Entriamo ora nei particolari.

Dato per acquisito che siamo ancora in fase di rimbalzo, vediamo che cosa dovrebbe succedere per dichiararlo finito. Tecnicamente e lapalissianamente il punto che sancisce senza possibilità di discussioni la fine del rimbalzo è posto ai minimi da cui tale rimbalzo è partito, cioe quota 741.

Tuttavia potremmo considerare molto probabile la sua fine già allo sfondamento del primo minimo ascendente successivo, che è a quota 815 ed equivale anche al 62% del ritracciamento del movimento rialzista fin qui espresso (da 741 a 944).

Segnali premonitori di allarme si avrebbero già quando l’indice andasse sotto 857, che è un supporto molto forte poiché è stato testato già 3 volte ed ha sempre fatto rimbalzare il mercato.

Perciò finchè SP500 sta al di sopra di 857 non siamo autorizzati a pensare che il rimbalzo sia finito.

Confermo che l’obiettivo rialzista del rimbalzo è l’area compresa tra 1.007 e 1.044, che sono le massime estensioni dei due precedenti tentativi di rimbalzo. In quell’area sta anche passando il bordo inferiore del canale ribassita fragorosamente infranto a ottobre del 2008, quando la crisi ha subito la forte accelerazione autunnale.

Questo è il massimo che realisticamente ci dovremmo attendere.

Se però arrivasse una ventata di euforia, suscitata dalle speranze di miracoli da parte di San Obama, dopo la festa per il suo insediamento, ma soprattutto e finalmente dall’uscita di scena di Bush e della sua Banda Bassotti, l’estensione del rialzo potrebbe arrivare in area 1.100 o addirittura vicino a 1.200. Si tratta comunque di ipotesi assai ottimistiche e poco probabili.

Pertanto operativamente consiglio di liquidare le posizioni rialziste in area 1000 ed attendere gli sviluppi.

Sempre ammesso che il mercato non voglia concludere prematuramente il rimbalzo e farci assaggiare in anticipo la capitolazione dei mercati. In tal caso sarebbe sicuramente ottima cosa non stare a pensarci troppo su e chiudere le posizioni anche se sono in perdita.

Il motivo è presto detto e riguarda il punto di arrivo dell’onda ribassista finale.

A questo proposito al momento non possiamo essere molto precisi, anche perché non sappiamo ancora da dove partirà.

Una prima proiezione dà comunque risultati a dir poco terrificanti, che non ho mai avuto il coraggio di pubblicare prima d’ora.

L’obiettivo finale del ribasso futuro pare essere l’area 385, con obiettivi intemedi situati a 600, 480 e 440.

Non ci vuole molto a capire che dai livelli attuali si perderebbe ancora il 30% nel migliore dei casi ed il 55% nel peggiore.

Per questi motivi occorre allacciare per bene le cinture di sicurezza perché anche il 2009 si presenta come un anno assai travagliato.

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire il servizio è possibile accedere all'indirizzo www.borsaprof.it o contattare la casella di posta: gigiger@borsaprof.it

 

BORSAPROF.IT s.a.s. di Pierluigi Gerbino & c.

Consulenza, Formazione, Analisi Finanziarie e supporti al Trading