Analisi sui mercati finanziari a cura di Pierluigi Gerbino

Docente di Economia - 4° class. al Campionato Italiano di Trading Top Trader 2000

 

Anno 2009  -  Agosto

 

 

 

 

 

LA CRISI DIMENTICATA

 

COMMENTO

 

Casella di testo: Nessuno ha la sfera di cristallo. Le opinioni e le previsioni di questo report derivano dall’applicazione di tecniche di analisi e dall’esperienza diretta dell’autore. Si garantisce  scrupolo ed indipendenza nelle analisi. L’esattezza delle previsioni non può garantirla nessuno. La scorsa settimana i mercati azionari di tutto il mondo, guidati come sempre dall’indice americano SP500, hanno decretato la fine della correzione e la ripresa del movimento ascendente che dovrebbe esaurirsi in estate e permettere alle borse di raggiungere quegli obiettivi di medio periodo che avevo ipotizzato fin dal 17 marzo.

La fine della correzione è sopraggiunta un po’ a sorpresa, poiché gli indici europei, questa volta, stranamente, anticipando Wall Street, avevano completato la settimana precedente una figura ribassista di testa e spalle che avrebbe dovuto spingere ancora in basso i mercati. SP500 invece era aggrappato al supporto e non aveva ancora fornito il chiaro segnale ribassista.

Come a volte capita Wall Street ha preso un po’ in giro gli altri mercati che hanno provato ad anticipare il movimento, quasi a voler ribadire ancora una volta che chi guida sta a New York. La tenuta del supporto è stata seguita da un poderoso rimbalzo che ha costretto tutti gli altri mercati ad adeguarsi e falsificare il segnale ribassista.

La settimana si è chiusa con tutte le sedute al rialzo ed ha prodotto un effetto di inerzia rialzista anche nei primi giorni della settimana corrente, riportando SP500 a contatto con i massimi di quest’anno, segnati l’11 giugno a 956 punti, ed addirittura a superarli per qualche ora nella giornata di ieri.

Possiamo quindi certificare la fine della correzione di giugno, che è durata un mese esatto (dall’11 giugno al 10 luglio). Come ho scritto qualche giorno fa in uno dei commenti quotidiani del mio sito www.borsaprof.it, potevamo darne per quasi certo l’esaurimento con congruo anticipo. Infatti, sebbene la correzione non sia stata molto ampia in termini di spazio (il ribasso non ha raggiunto gli obiettivi classici di una correzione degna di tal nome, cioè almeno il 38% del movimento precedente), in termini temporali un mese di calo dopo quasi 3 mesi di rialzo è invece un po’ più di un terzo. Pertanto la correzione appariva già completa almeno in termini di tempo.

Gli eventi che hanno causato la repentina inversione nell’umore del mercato a mio parere sono stati tre.

Innanzitutto l’inizio delle comunicazioni societarie relative al secondo trimestre, che ha mostrato risultati assai migliori del temuto. Gli analisti si attendevano un calo rilevante dei profitti, ma assai spesso in questi giorni sono stati battuti da risultati assai migliori.

E’ vero che gran parte delle società che ha pubblicato profitti migliori delle stime lo ha fatto grazie ad una riduzione dei costi e non per merito di crescite nei ricavi. E’ anche vero che in generale l’Outlook per il futuro è ancora incerto.

Però un mercato che scontava di peggio è rimasto favorevolmente impressionato.

Il secondo motivo è da ricercare nel G8. Ma non perché in tale vertice si siano ottenuti significativi passi avanti verso la riforma del sistema finanziario, come a prima vista sembrerebbe dalle dichiarazioni ufficiali dei leader.

Al contrario. Il G8 ha mostrato che i leader sono sostanzialmente convinti che le pezze messe al sistema finanziario a spese dei contribuenti presenti e futuri siano sufficienti. Sembra passata quella paura che costringe a guardare oltre il proprio orticello ed accettare mediazioni per il bene dell’umanità. La ripetizione pari pari delle promesse già fatte al G20 di aprile, cioè che le riforme debbano essere fatte, che il protezionismo debba essere combattuto, i paradisi fiscali debbano essere puniti, ed i bonus ai manager bancari debbano essere limitati, cela lo stallo concreto sulle misure da prendere e la forte probabilità che sostanzialmente non si farà nulla di significativo.

Ciò significa che la giostra su cui per anni si sono divertiti i finanzieri d’assalto e gli ingegneri della finanza creativa è un po’ arrugginita, ma non è affatto mandata alla demolizione.

Anzi, con un po’ d’olio ed un po’ di aumento del rischio (che d’altra parte, abbiamo visto, finisce per ricadere sui contribuenti se le cose non vanno per il verso giusto) può riprendere a macinare affari d’oro come ai bei tempi.

Infatti le principali banche americane, fino a ieri sul banco degli imputati per l’uso spregiudicato della finanza creativa e dei derivati e da un anno nell’occhio del ciclone per le perdite che questa pratica ha causato ai loro bilanci e di conseguenza al bilancio federale americano che le ha salvate dal fallimento, stanno comunicando utili trimestrali da capogiro, realizzati, guarda caso, con le stesse pratiche spregiudicate degli anni scorsi.

Un esempio vale per tutti, perché si tratta della banca alla quale tutto il sistema guarda come un punto di riferimento e dalle cui fila sono state reclutate le punte di diamante in campo economico di svariate amministrazioni americane: Goldman Sachs. Questa banca ha realizzato 3 miliardi e mezzo di dollari di utile netto nel secondo trimestre 2009, a sei mesi dalla sua trasformazione da banca d’affari a banca commericale. Come è possibile fare tanti utili con le attività bancarie tradizionali? Non è possibile. Infatti il suo giro d’affari per il finanziamento all’economia langue, come langue per tutte le banche americane.

Gli utili mostruosi sono stati fatti tramite collocamenti e cartolarizzazioni, ma anche con puro e semplice trading, per lo più in modo computerizzato con una tecnica che si chiama High Frequency Trading ed è in grado di generare qualcosa come il 25% dei volumi da transazioni via computer in USA. Muovere tutti questi volumi significa anche poter “dirigere” il mercato, specialmente quando è poco frequentato dalle masse dei risparmiatori, come in questo periodo.

Insomma: a Goldman la giostra ha ripreso a girare esattamente con gli stessi meccanismi del 2007.

Pertanto si sono potuti restituire gli aiuti ricevuti dal Governo Federale ed in tal modo si è potuta ripristinare la piacevole abitudine di pagare i bonus ai dipendenti. Anzi, a dimostrazione che quel che è capitato in passato è ormai finito nel dimenticatoio, si sono accantonati in bilancio più di 6 miliardi di dollari per pagare compensi extra ai dipendenti. Chi ha fatto le proiezioni a fine anno ha ipotizzato che di questo passo la banca riuscirà a fine anno a garantireciò equivale a 900.000 dollari (650.000 euro) di bonus in media per ciascun dipendente. Alla faccia della crisi!!

Il ritorno della speculazione porta ovviamente denaro fresco e spinge i ritardatari a salire sul carro rialzista, per paura di perdere il recupero dei mercati.

Specialmente se anche i pessimisti della prima ora diventano possibilisti.

Mi riferisco, e questo è il terzo fattore che sta spingendo gli acquisti, al fatto che anche il mitico Nouriel Roubini, indicato dai media come l’oracolo del grande crollo, colui che aveva “per primo” anticipato la crisi ed aveva previsto la ripetizione del ’29, nei giorni scorsi si è convertito, pure lui, alla teoria della luce in fondo al tunnel, ed ha pronunciato finalmente la fatidica frase che sentiamo ripetere dai vari guru delle banche e dalle autorità monetarie e governative da mesi : “il peggio dovrebbe essere alle spalle”. E’ vero che ha poi aggiunto che la ripresa sarà lenta e difficoltosa, ma allo sguardo paterno dei manovratori del mercato è bastato il ritorno del figliol prodigo nella schiera degli ottimisti per iniziare la festa.

Una festa che con le dovute pause per scaricare gli eccessi, dovrebbe proseguire per tutta l’estate e permettere agli indici di raggiungere i rilevanti obiettivi indicati fin da marzo: area 1.010-1.050 per SP500, area 2.750-2.850 per Eurostoxx50 ed area 23-24.000 per il nostro FIB.

Arrivati a quel punto molti nodi verranno al pettine. Il maggiore sarà la verifica che quelli che sono stati chiamati da Bernanke “verdi germogli di ripresa” dimostrino di evolversi in qualche cosa che assomigli ad una fioritura.

Fuor di metafora, credo che soltanto una serie convincente di indicazioni reali (e non solo di aspettative) che segnalino l’avvio della ripresa dei consumi e degli investimenti sarà in grado di protrarre il rialzo dei mercati oltre gli obiettivi indicati. La convinzione che si è smesso di peggiorare è bastata a spingere i mercati al prodigioso recupero in atto. Per mantenere i mercati ai livelli che raggiungeranno in estate e magari per continuare a salire occorrerà però trovare delle conferme robuste al fatto che si sia cominciato a migliorare.

In mancanza scatteranno pesantissime prese di beneficio, con possibili avvitamenti verso il basso e la ripetizione di scene che conosciamo molto bene.

L’estate dovrebbe essere tranquilla. Ma l’autunno……

 

 

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